Nel corso dei loro numerosi scambi epistolari, i maestri Cerrini e Ciari si trovarono spesso a concordare sull'utilità del metodo della corrispondenza tra le loro classi: motivava i ragazzi a scrivere, a riflettere, a interrogarsi e permetteva scambi di idee ed emozioni. Da una prima conoscenza si passava ad una vera amicizia, da un compito o da un'attività scolastica poteva nascere l'occasione per iniziare una corrispondenza individuale, sia tra alunni che tra colleghi.
Entrambi i maestri, proprio attraverso lo scambio epistolare, si sottoposero reciprocamente ad osservazioni critiche e autovalutazioni riguardo ai propri metodi sperimentali . La corrispondenza si muoveva su due livelli: alunno/alunno, maestro/maestro, privilegiando così la comunicazione individuale. Con Mario Lodi, la corrispondenza assumerà al contrario, carattere collettivo e comunitario.